Che cos’è l’ecografia ostetrica del II trimestre (o ecografia morfologica)?
L’ecografia morfologica ha l’obiettivo di controllare la vitalità, l’anatomia del feto, la quantità di liquido amniotico e la localizzazione della placenta. Vengono misurate alcune parti del corpo del feto e i valori vengono poi confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se le dimensioni corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza.
Si suggerisce di effettuarla tra 19 e 21 settimane compiute di età gestazionale.
A volte capita che l’esame non possa essere effettuato in modo soddisfacente a causa di una posizione fetale persistentemente sfavorevole o per una cattiva visualizzazione di alcuni organi (ad esempio stomaco o vescica vuoti). In questi casi è necessario ripetere l’ecografia dopo qualche ora o dopo qualche giorno per completare lo studio del feto.
Nel caso in cui venga evidenziato un reperto sospetto, il medico esecutore discuterà il suo significato clinico con la paziente, indirizzandola se lo ritiene opportuno, presso un centro di riferimento per lo studio delle anomalie del feto (ecografia diagnostica o di II livello).
L’esperienza finora acquisita suggerisce che l’esame ecografico effettuato per lo screening delle anomalie fetali tra 19 e 21 settimane consente di identificare dal 20% al 50% delle malformazioni più rilevanti. E’ possibile quindi che alcune anomalie del feto, anche gravi, non vengano identificate in epoca prenatale.
La possibilità di individuare un’ anomalia non dipende necessariamente dalla gravità del difetto ma dalle sue dimensioni e dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che ne risulta. L’accuratezza dello studio ecografico nell’individuazione delle anomalie fetali può essere limitata da: sfavorevole posizione del feto, ridotta quantità di liquido amniotico, presenza di cicatrici addominali, gemellarità, nodi di mioma, scarsa penetrazione degli ultrasuoni attraverso la parete addominale materna (condizione frequente nelle gestanti obese). Inoltre, un gruppo di malformazioni cosiddette “evolutive”, può comparire solo in epoca di gravidanza avanzata o addirittura dopo il parto e quindi può non essere rilevabile nel corso dell’esame ecografico di screening del II trimestre.
Per tutti questi motivi, anche se un esame ecografico di screening del feto nel II trimestre si conclude con un esito normale (evenienza che si verifica nella maggior parte dei casi), non è possibile essere del tutto certi che non saranno presenti malformazioni congenite.
Non è compito dell’ecografia di screening del II trimestre l’individuazione delle anomalie genetiche (cromosomiche e non).
Che cos’è l’ecografia ostetrica del III trimestre (o ecografia di accrescimento)?
L’ecografia del terzo trimestre è utile per determinare, attraverso la misurazione di alcuni parametri del feto (misurazione della testa, dell’addome e del femore), se l’accrescimento sta avvenendo in maniera regolare. Valuta, inoltre, la posizione del feto (se è podalico o cefalico), le condizioni della placenta e del liquido amniotico. L’esame viene eseguito tra 28 e 32 settimane gestazionali.
L’esame ecografico del terzo trimestre permette di rivalutare l’anatomia del feto già studiata nel secondo trimestre ed eventualmente di individuare alcune patologie evolutive (idrocefalia, ernia diaframmatica, patologie cardiache, patologie ostruttive renali, etc.)
Sono previste norme di preparazione?
Non è prevista alcuna norma di preparazione, né per l’ecografia del II trimestre, né per l’ecografia del III trimestre.