L’arresto cardiaco negli atleti

Pubblicato il 22 Luglio 2022

Riportiamo qui un interessante articolo scritto dalla Dr.ssa Francesca Zuffada, Cardiologa e Aritmologa del Gruppo Meditel, apparso su DossierSalute.

 

Quali sono i motivi per cui un atleta va incontro ad un arresto cardiaco inaspettato?

Le cause della morte improvvisa da sport, quando stare attenti, il ruolo del cardiologo e lo screening obbligatorio per l’idoneità sportiva.

Il cuore dell’atleta

Le statistiche effettuate negli ultimi tempi parlano chiaro, sono molti i giovani atleti che cessano di vivere all’improvviso durante l’attività fisica, maggiormente il sesso maschile rispetto a quello femminile.

Il cuore dell’atleta è differente dalle persone che non praticano sport in maniera assidua, perchè:

  • il cuore di uno sportivo è più grande,
  • le pareti cardiache sono più spesse
  • le camere cardiache maggiormente dilatate.

Questi dettagli sono fondamentali perché permettono all’atleta di avere un cuore che pompa più sangue del normale ad ogni battito, elemento fondamentale per svolgere l’attività fisica in questione.

Le cause dell’arresto cardiaco nello sportivo

Le cause dell’arresto cardiaco possono essere varie, nella maggior parte dei casi il motivo scatenante è la cardiopatia.

Per cardiopatia si intende tutte le malattie che riguardano il cuore , queste possono essere presenti dalla nascita (ed anche ereditari) o insorgere in un secondo momento.

Le patologie più diffuse a livello cardiaco che si possono presentare nella vita di uno sportivo possono essere:

  • cardiomiopatia ipertrofica
  • insufficienza cardiaca
  • valvulopatie (impedisce il corretto passaggio di sangue durante le contrazioni del cuore)
  • aritmie

La cardiomiopatia ipertrofica è determinata da un’insufficienza sia strutturale che funzionale delle pareti muscolari cardiache.

Questa può essere causata da un pompaggio del sangue non idoneo da parte del cuore, provocando quindi insufficienza cardiaca ed aritmie.

L’insufficienza cardiaca può avvenire all’improvviso, i soggetti che ne sono colpiti non risultavano avere sintomi prima dell’evento stesso.

Alcuni sintomi che possono “allarmare” l’atleta sono, il respiro affannoso, l’affaticamento, dolore toracico, svenimento, aritmie o arresto cardiaco improvviso.

Le aritmie sono alterazioni del ritmo cardiaco, il cuore ha battiti non regolari (accelerati o rallentati), queste possono essere causate anche da forme acquisite di cardiopatia ,come nel caso di un’infezione al cuore (miocarditiche) con conseguenti cicatrici, le aritmie, appunto.

Negli atleti master (sportivi non più giovanissimi), le aritmie possono essere causate da cardiopatia ischemica, il cosiddetto restringimento delle coronarie.

Negli sportivi in età giovanile si possono inoltre riscontrare aritmie causate da l’anomalia del passaggio delle arterie coronariche che può portare a sofferenza del cuore da sforzo e quindi aritmia.

Vi sono ulteriori cause di derivazione ereditaria (con le quali si nasce) come per esempio la canalopatia, una patologia sistemica che dipende da le proteine delle cellule cardiache che hanno sotto controllo l’attività elettrica del cuore causano anomalie del ritmo cardiaco.

I pazienti con le canalopatie più diffuse possono essere affetti da :

  • Sindrome del Qt lungo: per QT si intende un intervallo tra due eventi dell’elettrocardiogramma (dall’inizio dell’onda Q alla fine dell’onda T, cioè tra il momento in cui comincia la contrazione dei ventricoli e quello in cui si conclude la ricarica elettrica che avviene dopo ogni battito).

Questa sindrome è spesso congenita, e come Brugada, genera aritmie ventricolari, le quali possono avvenire da svegli, durante un momento di sforzo fisico o anche nel sonno.

  • Sindrome di Brugada: un disturbo del ritmo cardiaco che provoca aritmie ventricolari, anch’essa è una mutazione genetica ereditaria.

Un’ ulteriore patologia del muscolo cardiaco che è caratterizzata da anomalie funzionali e strutturali è la displasia aritmogena del ventricolo destro, una cardiopatia evolutiva, le cui alterazioni si possono visualizzare attraverso la Risonanza magnetica.

Le cause su descritte sono fondamentali da studiare nella cardiologia clinica per spiegare quei meccanismi fisiopatologici che causano morte cardiaca improvvisa in soggetti giovani.

Queste le cause che portano a morte improvvisa da sport , che avviene con sintomi acuti ma inaspettati, in assenza di cause esterne.

L’attività sportiva causa l’arresto cardiaco?

Non si può attribuire la morte improvvisa di un atleta all’attività sportiva, perché in linea generale ci si aspetta che uno sportivo abbia un cuore sano.

La morte improvvisa di un atleta deriva quindi da un’attività sportiva estremamente intensa e da fattori patologici, spesso cardiovascolari.

Gli allenatori ed i dirigenti sportivi prestano molta attenzione nello svolgimento di una corretta attività fisica.

Lo sport deve essere svolto in maniera idonea rispetto alle capacità del soggetto, senza andare oltre i suoi limiti, controllando lo stato di salute dello stesso con visite periodiche dal medico.

Le visite medico-sportive sono fondamentali per l’atleta, anche se spesso non azzerano i rischi di un arresto cardiaco improvviso.

Lo sportivo deve ovviamente perseguire uno stile di vita idoneo all’attività fisica (che sia ciclista, calciatore o altro) includendo un’alimentazione sana, non fumare nè fare uso di droghe, sostanze dopanti o :

  • Agenti anabolizzanti,
  • Ormoni e sostanze correlate,
  • Beta-2 Agonisti,
  • Agenti con attività anti-estrogenica,
  • Diuretici ed altri agenti mascheranti.

Come si può prevenire la morte cardiaca improvvisa negli atleti?

In Italia sono molti i programmi di screening sia per atleti professionisti che per quelli dilettanti.

Lo screening per lo sportivo è a cadenza annuale, ed è obbligatorio per tutti, senza limiti di età, ne consegue inoltre l’idoneità all’attività agonistica.

Questi programmi di screening sono eseguiti da medici e cardiologi, i quali prescrivono di volta in volta la periodicità, eventuali altri esami diagnostici o test da effettuare.

Per un ragazzo o bambino che sta per avviare l’attività sportiva per la prima volta, il cardiologo dovrà valutare:

  • anamnesi farmacologica
  • anamnesi medica e familiare

Le linee guida raccomandano che venga eseguito un elettrocardiogramma (ECG) in tutte le fasce di età ed anche ecografie in atleti con anamnesi familiari o sintomi di cardiomiopatie.

L’elettrocardiogramma è capace di rilevare eventuali cambiamenti elettrici del cuore, è spesso consigliato effettuare un test da sforzo e risonanze magnetiche.

Il test da sforzo è utile per riscontrare coronaropatie, si esegue sottoponendo l’atleta ad attività sportiva per monitorare il funzionamento del cuore in toto, il cardiologo può , mediante questo esame, valutare anche altre patologie (polmonari, anemie..) e valutare lo stato di salute generale del paziente.

I test di screening si sono rivelati un vero e proprio salvavita per molti sportivi, riducendo di molto il tasso di mortalità sportivo.

La ricerca nel settore non si ferma poiché vi sono malattie tutt’oggi non riscontrabili attraverso gli screening obbligatori, come le malattie coronariche ,che sono una criticità nel rischio aritmico sportivo.

Un obiettivo prossimo nel settore è quello di aggiungere anche lo screening genetico durante la visita di idoneità sportiva, per valutare le malattie eredo-familiari che non presentano sintomi, ma curabili se identificate.

Esistono svariati geni che conducono a malattie con le relative mutazioni che oggi, si possono “intercettare” attraverso test di genetica molecolare.

Concludendo, le malattie cardiache sono la causa di morte improvvisa nell’atleta, lo sportivo deve sottoporsi a controlli per prevenire questo rischio e curarsi a tempo debito.