Matteo, ci puoi spiegare che cosa si intende per riabilitazione neurologica e quali sono gli obiettivi?
La riabilitazione neurologica si occupa del recupero funzionale di pazienti che presentano patologie o traumi che hanno causato un danno al sistema nervoso.
Il paziente neurologico, a causa dell’entità del danno, presenta difficoltà nel compiere le normali attività della vita quotidiana rendendo la sua indipendenza compromessa. La riabilitazione neurologica prevede interventi mirati e attivi di educazione del paziente, con un focus appunto sulle attività della vita quotidiana (in inglese Activities of Daily Living, spesso abbreviato in ADL).
La riabilitazione neurologica si occupa di ridurre le limitazioni che il paziente ha nello svolgimento delle attività della vita quotidiana e di incrementare il senso di benessere, all’interno del proprio ambiente e nel proprio contesto sociale.
L’obiettivo è sempre il recupero completo e quando ciò non è attuabile è necessario intervenire per ottenere il massimo potenziale fisico, psicologico, mentale e sociale, consentendo al paziente di rimanere integrato nel proprio ambiente nella maniera più appropriata.
A chi è rivolta la riabilitazione neurologica?
A tutti i pazienti con disturbi del sistema nervoso, sia centrale (SNC) che periferico (SNP), come sclerosi multipla, esiti di ictus (emiplegie, paraplegie ecc..), miastenia gravis, SLA, polineuropatie, parkinson e parkinsonismi, lesioni midollari.
La riabilitazione neurologica è un lavoro di tipo multidisciplinare?
Assolutamente sì, la presa in carico deve essere multidisciplinare! Secondo l’ICF (in inglese International Classification of Functioning, Disability and Health) la salute non viene più indicata come “assenza di malattia” quanto piuttosto “benessere bio-psico-sociale“, motivo per cui il paziente viene preso in carico sotto tutti gli aspetti della persona e del suo inserimento e partecipazione nell’ambiente e nel contesto sociale in cui vive. Il dialogo tra i professionisti e la condivisione degli obiettivi rimane quindi fondamentale.
Puoi indicarci quali sono nel concreto le tecniche di trattamento riabilitativo che utilizzi ?
Nel corso degli anni sono state sviluppate diverse metodologie atte a restituire le autonomie ai pazienti neurologici e a garantire un recupero funzionale della parte lesa. Senza entrare troppo nel merito sulle diverse tecniche o teorie utilizzate (“Bobath”, “Perfetti”, “Kabat” solo per citarne alcune) è opportuno intuire il razionale alla base del recupero neurologico.
Come si ri-apprende un gesto?
- imparare per imitazione e associazione (“Mirror Therapy” e “neuroni Mirror”): i neuroni a specchio sono attivi sia nei processi sensoriali (vedo fare un gesto) che nei processi esecutivi (eseguo il gesto). É come se facessi il movimento anche quando lo vedo semplicemente eseguire da un altro.
- learning by doing: eseguire e ripetere un gesto permette la formazione di sinapsi e il consolidamento di nuove vie motorie.
La pratica quotidiana della fisioterapia neurologica consiste in:
- rinforzo muscolare;
- stretching della muscolatura con ipertono spastico;
- esecuzione delle gestualità comuni (gradino, salire le scale, cammino);
- esercizi di coordinazione ed equilibrio;
- utilizzo dell’elettrostimolazione per muscoli particolarmente paretici.
Ricordandoci che la riabilitazione è neuro plasticità applicata.
Quanto dura in genere un percorso di riabilitazione neurologica?
La durata della terapia è molto soggettiva. Ci sono situazioni in cui si terminano i trattamenti all’ottenimento dei risultati prefissati; talvolta invece il paziente e il fisioterapista concordano un percorso più a lungo termine direi quasi “per sempre”, da eseguire in parte a casa in autonomia e in parte insieme al fisioterapista in una struttura riabilitativa. Questo “per sempre” non deve spaventare, ma al contrario è necessario per motivare la persona a non perdere mai i risultati raggiunti.
Ogni paziente deve trovare il proprio equilibrio e concordare insieme al fisioterapista la soluzione migliore per sé. Non c’è un giusto e sbagliato, ma solo quello che funziona meglio per quella determinata persona, sempre in un’ottica bio-psico-sociale.
Oltre ad applicare tecniche, eseguire esercizi, quello che ho imparato è che spesse volte, se non sempre, a farla da padrone per poter ottenere risultati è l’alleanza terapeutica.
L’alleanza terapeutica viene considerata tra gli elementi che maggiormente conducono al buon esito della terapia con un paziente e si verifica quando si crea una relazione di fiducia tra il paziente e il terapeuta. Senza di questa il fisioterapista, da solo, non può andare da nessuna parte.