Autore: Dr.ssa Maria Teresa Luraghi
Le patologie allergiche sono in aumento e rappresentano un problema sanitario, sociale ed economico.
La prevenzione primaria è impedire che l’individuo sviluppi la malattia. L’allergia ha una base genetica: un bambino con genitori allergici ha una probabilità di sviluppare allergie del 40-70%.
Si eredita l’“atopia”, cioè la tendenza del sistema immunitario a produrre anticorpi verso normali stimoli esterni (pollini, polveri, pelo di animali); la genetica si combina poi con i fattori ambientali tipicamente “occidentali”: elevato inquinamento, abbigliamento sintetico, scorrette abitudini alimentari.
L’allattamento al seno prolungato è un ottimo strumento di prevenzione: si osserva che i bambini con familiarità per allergia presentano un rischio minore di sviluppare la patologia.
La prevenzione secondaria è evitare l’esposizione agli allergeni.
Alte concentrazioni di acari della polvere favoriscono la progressione delle malattie allergiche nei pazienti a rischio. Quindi: eliminare moquette, tappeti, coperte di lana, trapunte di piuma d’oca; lavare la biancheria da letto ad alte temperature; utilizzare aspirapolvere validi e ventilare bene gli ambienti.
Il fumo di sigaretta, attivo e passivo, fa esordire più precocemente l’asma bronchiale nei soggetti esposti.
L’esposizione al polline, impossibile da controllare, si può limitare evitando in stagione parchi, boschi e sport all’aperto; rimanendo in casa dopo forti temporali estivi (i pollini abbattuti a terra, risalgono poi in un “aerosol” che può provocare sintomi importanti).