Che cos’è l’iperidrosi?
La sudorazione è un elemento molto importante nella regolazione della temperatura corporea.
La produzione e la secrezione del sudore avviene attraverso le ghiandole sudoripare, la cui funzione è regolata da cellule nervose appartenenti al sistema simpatico: la sua eccessiva attività può causare una sudorazione eccessiva che prende il nome di iperidrosi.
L’iperidrosi primitiva o essenziale non è correlata ad alcuna causa organica. Inizia in età giovanile e si manifesta più frequentemente nella zona palmare e in quella ascellare. Questo tipo di disturbo spesso presenta caratteristiche di familiarità e può essere di grado così importante e severo da risultare invalidante, determinando disagio nella persona e difficoltà nei rapporti interpersonali e/o lavorativi.
L’iperidrosi secondaria, invece, è associata ad una malattia nota: ipertiroidismo o altre alterazioni del sistema endocrino, obesità, menopausa, terapie ormonali per neoplasie (tumore alla prostata) o malattie psichiatriche.
Sintomatologia
Le iperidrosi palmare ed ascellare sono le forme più frequenti e più invalidanti di iperidrosi essenziale. Oltre al disagio causato da un’eccessiva sudorazione della zona ascellare, in alcuni casi i soggetti colpiti sono costretti a cambiare anche più volte al giorno i vestiti (magliette, camicie…). La sudorazione patologica delle mani è generalmente la condizione più fastidiosa, a causa della continua esposizione e dell’importante ruolo che esse svolgono nelle attività professionali, nei rapporti interpersonali e nella vita sociale. Il grado del disturbo della sudorazione può variare, da una semplice umidità del palmo della mano fino all’evidenza di un gocciolamento vero e proprio.
Il fenomeno della sudorazione eccessiva genera imbarazzo ed agitazione: ansia e nervosismo possono aggravare un attacco di sudorazione comportando un notevole disagio alla persona interessata.
La terapia chirurgica
L’intervento, eseguito in anestesia generale in regime di day hospital, è definito simpaticectomia bilaterale videotorascopica e, grazie alla sua minima invasività, è divenuto la terapia di prima scelta per la cura definitiva dell’iperidrosi moderata o grave palmare ed ascellare.
Esso comporta la realizzazione di due millimetrici accessi toracoscopici ed il taglio selettivo del nervo simpatico a livello del III o IV ganglio toracico (responsabili del controllo della secrezione del sudore a livello palmare ed ascellare). L’intervento della durata di circa 15-20 minuti per lato è eseguito in modo sequenziale nella stessa seduta operatoria. Il decorso post-operatorio è in genere rapido, con un recupero veloce come pure immediato risulta l’effetto sull’iperidrosi.
Contemporaneamente possono cessare, se presenti, anche la sudorazione facciale e, in molti casi, si riscontra anche la diminuzione della sudorazione ai piedi, ma il meccanismo che porta a questo risultato è ancora sconosciuto.
Per quanto concerne gli effetti collaterali, occorre segnalare la sudorazione compensatoria in altre parti del corpo dopo l’intervento, di solito al tronco ed alle gambe.
Questo aumento di sudorazione è in genere leggero e tende generalmente ad attenuarsi gradualmente.
La terapia medica
Per l’iperidrosi essenziale fino ad alcuni anni fa la terapia di prima scelta era rappresentata dagli “antitraspiranti” oppure dalla ionoforesi (applicazione ai palmi delle mani, immersi in una soluzione elettrolitica, di corrente continua a bassa intensità che ottura i condotti delle ghiandole sudoripare per un certo periodo di tempo). Questi trattamenti spesso non hanno successo o hanno un effetto solo temporaneo e devono essere ripetuti a brevi intervalli.
L’uso della tossina botulinica per iniezioni sottocutanee provoca un’interruzione locale della trasmissione dello stimolo nervoso alle ghiandole sudoripare per un periodo variabile dai 6-8 mesi. In un’elevata percentuale di casi il trattamento non risulta soddisfacente anche a breve distanza, inoltre si tratta di una procedura spesso dolorosa che può comportare, come complicanza, un’ipostenia transitoria (deficit della forza muscolare) degli arti superiori.
Nei casi di iperidrosi secondaria la terapia è finalizzata alla risoluzione della condizione patologica fonte del disturbo: ad esempio, tramite una terapia specifica nelle forme di ipertiroidismo e dismetaboliche, oppure attraverso una terapia sostitutiva ormonale nella menopausa, o mediante un calo ponderale nell’obesità.